COMUNICATO STAMPA
30 agosto 2019
Spoleto: inaugurazione della 73ma Stagione Lirica Sperimentale
Re di donne: un condensato di un mondo violento, liberamente ispirato anche alle vicende di Avetrana
Spoleto, 30 agosto 2019 – Liberamente ispirata anche fatti di cronaca realmente accaduti, Re di Donne è un’opera della contemporaneità. «La difficoltà è quella di affrontare un argomento che ti riguarda come uomo e come persona, al di là del fatto di cronaca in sé. Lo spettacolo diventa un vero e proprio collage degli orrori contemporanei. Una realtà che riguarda ogni essere umano, e dentro questa realtà ci sei anche tu. E mentre lo stai raccontando e interpretando, sei chiamato a prendere una posizione, a chiederti in che misura sei coinvolto», così afferma Alessio Pizzech, regista dell’opera nova © che andrà scena al Teatro Caio Melisso di Spoleto nei giorni venerdì 6 e sabato 7 settembre 2019 alle ore 20.30 e domenica 8 settembre 2019 alle ore 17.00. L’opera, commissionata dal Teatro Lirico Sperimentale di Spoleto al compositore John Palmer – su libretto di Cristina Battocletti e John Palmer, sarà diretta dal M° Vittorio Parisi; scene di Andrea Stanisci, costumi di Clelia De Angelis e luci di Eva Bruno.
Quella del Maestro Pizzech è una regia che esibisce, non per il gusto di farlo, ma per una vera e propria esigenza imposta dalla narrazione. Usare in scena dei cellulari è stato un modo per stimolare un atteggiamento critico verso questo mezzo che domina la contemporaneità e la quotidianità di ciascuno di noi. «Quanto l’essere costantemente connessi ci disconnette da noi stessi e quanto questa disconnessione da noi stessi determina un’incapacità di amare, di dialogare con i sentimenti?» si domanda e ci domanda Pizzech. Re di donne altro non è che il condensato di un mondo violento che il Teatro metaforizza ed estremizza per portarlo in scena. «Il Teatro – conclude Pizzech – non è un tribunale e non sta a noi giudicare, e neanche fare cronaca; con Re di Donne vorrei portare in scena un’umanità che ha perso il rispetto dell’altro e di sé stessa, che si è imbarbarita, che rincorrendo un sistema di riferimento televisivo, ha perso il vero senso delle cose e dei sentimenti».