VILLA REDENTA
Nel 1603 il luogo era occupato da un perpulchrum palatium di Gerolamo Martorelli, di una delle più antiche famiglie spoletine; sul finire del 700 la villa era passata, per eredità, a Fabrizio Loccatelli (patrizio di Cesena e fratello di Francesco Maria vescovo di Spoleto) cui si deve il completo rinnovamento degli edifici. Acquistata da Francesco Marignoli, fu da lui rivenduta circa il 1825 a papa Leone XII e in seguito dagli eredi di quel pontefice a Filippo Marignoli figlio del vecchio proprietario (donde il nome Redenta). E poi divenuta proprietà dei PP. Minori conventuali che ne hanno fatto la sede del Collegio Missionario Sant'Antonio. Nel 1973 la villa e stata acquistata dalla Provincia di Perugia. Presso I'atrio, decorato con figure di soldati napoleonici, un'iscrizione ivi posta nel 1805 da Fabrizio Loccatelli ricorda I'ospitalità data a Pio VII di ritorno dalla Francia. L'atrio era ornato dei busti marmorei, in forma di grandi cammei, di Pio VI (di Giuseppe Angelini e Vincenzo Pacetti, 1784) e di Pio VII (di Vincenzo Pacetti, 1804), che furono staccati e venduti nel 1953 e sono stati nel 1978 riacquistati dalla Cassa di Risparmio di Spoleto, nella cui sede sono attualmente conservati. Nella facciata presso il parco, un portico è fiancheggiato da due piccoli prospetti simmetrici, uno dei quali corrisponde alla vecchia cappella di famiglia, eretta nel 1804; da questo portico si accede ad una sala coperta da un ricco soffitto ligneo e decorata secondo il gusto esuberante e scenografico, caratteristico di Filippo Marignoli. Dal tono generale della villa si distacca la café-house, tutta stucchi e dorature di un tardo e sensualistico rococò, mentre il bellissimo parco, preceduto da un'ampia platea erbosa, ornata di una fontana con obelisco, costituisce una ripresa del gusto neoclassico.